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Corritrice Indiana

anatra corritrice

L’anatra corritrice indiana si trova nei nostri allevamenti o nelle nostre case da moltissimo tempo. I motivi sono da ricercarsi, probabilmente, nel suo essere un animale straordinariamente produttivo (arriva a deporre fino a 200 uova ogni anno) e relativamente facile da accudire. Per la sua andatura ‘ondulante’ ed eretta ha avuto per molto tempo il soprannome di: Anatra Pinguino, animale a cui somiglia abbastanza.

Origini

La prima testimonianza risale a più di mille anni fa: si tratta di alcune sculture nella pietra in un antichissimo tempio a Giava in Indonesia (da qui la denominazione di ‘Indiana’). La sua provenienza è da sempre fonte per dibattiti, che è impossibile risolvere data la nascita della specie in età così antica. Quello che è certo è che al giorno d’oggi si allevano esemplari discendenti diretti di quelli tenuti e selezionati, in allevamenti inglesi della metà del 1800, da Reginald Appleyard.

Caratteristiche

Esteticamente sia l’anatra maschio che la femmina si assomigliano, ma ci sono differenze sostanziali in peso e altezze tra lo standard italiano e quello inglese. Nello standard inglese gli esemplari sono più pesanti e più alti, producono un maggior numero di uova e di maggiori dimensioni. Gli standard di razza italiani sono:

  • Forma: tronco ben disegnato, a forma di bottiglia; testa lunga e stretta a forma di cuneo, con linea orizzontale dalla punta del becco alla nuca originante un angolo quasi retto con la linea del collo; becco a forma di cuneo, forte, diritto; occhi: piccoli molto alti; collo lungo, sottile, a forma di collo di bottiglia, che si prolunga armoniosamente nel tronco; spalle strette, arrotondate; dorso allungato, leggermente bombato, stretto, molto arrotondato sui fianchi; ali abbastanza lunghe, strette, ben aderenti al corpo e portate alte; coda corta; petto poco evidente, arrotondato ai lati; zampe con gambe evidenti, fine e abbastanza lunghe; tarsi di media lunghezza, con ossatura fine, dita lunghe e ben distanziate; muscolatura sviluppata.
  • Peso: Maschio: 1,6-2,3 kg; Femmina: 1,5-2,1 kg.
  • Piumaggio: Conformazione molto larga, ben aderente, non abbondante. Colorazioni: Le più diffuse sono Bianco, Camoscio pezzato bianco, Nero, Blu, Argento e Selvatico (verde brillante con macchie bianche e brune).

I difetti gravi della razza sono: portamento orizzontale; testa grossa; becco debole o piegato; collo corto, grosso; tronco massiccio, peso inferiore a 1,2 kg. Nascendo l’anatroccolo della Corritrice ha il becco verde e giallo, e questo diventa completamente verde soltanto quando il volatile compie 1 anno o poco più.

anatra indiana
Anatre indiane (Foto©Instagram-fausto_il_corridore)

Allevamento

Allevare l’anatra Corritrice non è difficile, l’animale non ha grosse necessità a livello di alloggio, alimentazione e cure.

Un semplice alloggio fatto di paglia e pareti di legno andrà bene per quest’ anatra, che si adatterà a riposare in qualunque luogo, a condizione che sia areato e quindi privo di umidità, non è un esemplare delicato che ha bisogno di un alloggio riparato per le ore notturne, come altri volatili. Per gli anatrotti, invece, occorre un alloggio a parte separato da quello degli animali adulti.

L’acqua per bere è fondamentale, mentre quella per bagnarsi è necessaria solo per gli esemplari destinati alla riproduzione, possono farne a meno gli esemplari destinati ad altri scopi.

L’alimentazione può costituire lo scoglio maggiore da superare, se si intende allevare parecchi esemplari di anatra, perché questa bestia ha un metabolismo molto veloce e risulta sempre affamata. Il lato positivo è che cresce fisicamente, in modo molto rapido per questo motivo. Per fortuna non è schizzinosa, sono ben pochi gli alimenti che non gradisce, anche se, specialmente per scopi economici contro un semplice allevamento domestico, la sua dieta andrebbe variata in base alla fase della crescita, allo scopo a cui l’esemplare è destinato ed alla stagione in cui ci si trova (ad esempio il periodo di muta delle penne richiede più cibi di tipo grasso). I nutrienti di cui hanno bisogno si trovano generalmente negli animali, infatti le anatre selvatiche si nutrono di piccoli insetti, lumache o vermi che trovano nei pressi dei corsi d’acqua.

Possono essere nutrite con scarti di cucina, ma sarebbe l’ideale avere un allevamento nei pressi di un corso d’acqua dove poter fare dei buchi, sul terreno, in cui l’acqua ristagni, per farli riempire di vermetti e mandare poi le anatre a nutrirsene direttamente. Se ciò non è possibile esistono dei mangimi, che sono ovviamente la soluzione più costosa.

Riproduzione

Le anatre, di qualsiasi tipo, non sono animali che amano molto covare le uova anche se ne producono in gran quantità, in particolare le Corritrici indiane che nel periodo tra febbraio e giugno ne depongono anche uno al giorno. Perciò la prima cosa da poter comprare per agevolarsi su questo punto sarebbe un’incubatrice. In mancanza di questo strumento si può pensare di affidare le uova alle galline o tacchine, con qualche stratagemma se si possiedono tali animali e se la stagione di cova lo permette.

La corritrice indiana inizia presto la fetazione, già ad ottobre, e le uova schiudono prima delle altre razze di anatra in circa 28/30 giorni. Se queste si schiudono nell’incubatrice non ci sarà il problema di portarle al caldo o di toglierle da sotto l’animale che sta ancora covando le altre uova, viceversa se schiudono sotto la chioccia, bisognerà prelevare gli anatrotti e metterli in un contenitore foderato, poiché sono molto delicati, uno per volta in attesa degli altri e portarli in un luogo caldo e asciutto per i primi giorni.

I piccoli privati della madre avranno bisogno anche di qualche giorno per imparare a mangiare, bisognerà preparare loro dei pasti con lombrichi vivi (che risveglieranno l’istinto di cibarsi) o con pasta, vermicelli, che agitati con una bacchetta produrranno più o meno lo stesso effetto. Possono essere messi a crescere nel loro alloggio separato dopo circa una settimana dalla nascita, ma fare sempre attenzione alle condizioni climatiche presenti al momento.

Questi pennuti sono molto meno delicati di altri e le malattie che li colpiscono sono generalmente dovute alla mancanza di acqua, alla sporcizia, umidità o poca areazione del luogo in cui vivono o riposano oppure all’alimentazione sbagliata nel momento sbagliato.

Ultimo aggiornamento il 17 Aprile 2024 20:48

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